Inquadramento Territoriale

Il Consorzio di Bonifica Adige Po, costituito in uno dei 10 comprensori di bonifica del Veneto ai sensi della Legge Regionale 8 maggio 2009 n. 12, è operativo dal 28 gennaio 2010.
Il perimetro consorziale risulta dalla fusione dei comprensori dei consorzi di Bonifica Padana Polesana e Polesine Adige Canalbianco , entrambi con sede in Rovigo.
Sulla base di queste premesse si evidenzia che la relazione viene ragguagliata all’intero nuovo comprensorio per quanto riguarda le informazioni di carattere generale, mentre per le attività poste in essere dai preesistenti Consorzi deve necessariamente essere articolata in relazione ai relativi comprensori.
Inquadramento geografico del comprensorio
Il Consorzio di Bonifica Adige Po opera su un comprensorio di superficie pari a 121.150 Ha.
Il comprensorio ricade:

  • per 110.092 Ha in Provincia di Rovigo ed interessa il territorio di 44 Comuni: Adria, Arquà Polesine, Badia Polesine, Bagnolo di Po, Bergantino, Bosaro, Calto, Canaro, Canda, Castelguglielmo, Castelmassa, Castelnovo Bariano, Ceneselli, Ceregnano, Costa di Rovigo, Crespino, Ficarolo, Fiesso Umbertiano, Frassinelle Polesine, Fratta Polesine, Gaiba, Gavello, Giacciano con Baruchella, Guarda Veneta, Lendinara, Loreo, Lusia, Melara, Occhiobello, Papozze, Pettorazza Grimani, Pincara, Polesella, Pontecchio Polesine, Rovigo, Salara, San Bellino, San Martino di Venezze, Stienta, Trecenta, Villadose, Villamarzana, Villanova del Ghebbo, Villanova Marchesana.
  • per 11.010 Ha in Provincia di Venezia ed interessa il territorio dei Comuni di Cavarzere e Chioggia;
  • per 48 Ha in Provincia di Verona ed interessa il territorio dei Comuni di Castagnaro, Villa Bartolomea e Legnago.

Il perimetro consorziale del comprensorio si svolge:
a NORD
Argine destro del fiume Adige dalla località Bova Zecchino (argine destro del canale Malopera) fino al ponte sull’Adige stesso della strada Cavarzere – Venezia;
Strada Cavarzere – Venezia dal ponte sull’Adige al ponte sul Gorzone;
Argine destro del fiume Gorzone dal ponte della strada Cavarzere – Venezia a punta Gorzone.
a EST
Argine occidentale dell’idrovia Po Brondolo (canale di Valle) da punta Gorzone alla conca sinistra di Cavanella d’Adige;
Argine occidentale dell’idrovia Po Brondolo (canale di Rosolina) dalla conca destra di Cavanella d’Adige al Po di Levante;
argine sinistro del Canalbianco Po di Levante dall’idrovia Po Brondolo alla biconca di Volta Grimana;
argine occidentale della biconca di Volta Grimana dal Canalbianco all’argine sinistro del Po di Venezia.
a SUD
Argine sinistro del fiume Po dal limite di confine tra le provincie di Rovigo e Mantova all’argine occidentale della biconca di Volta Grimana in Comune di Loreo.
a OVEST
Argine destro del canale Malopera dal fiume Adige in località Bova Zecchino di Badia Polesine fino al “Ponte delle Vecchie” sul canale Malopera stesso;
strada regionale Badia – Castelmassa dal “ponte delle Vecchie” fino alla strada della Rampa;
strada Argine Valle dalla strda Badia – Castelmassa sino a Canton di Zelo;
argine destro del Nuovo Tartaro-Canalbianco da Zelo sino al ponte di Torretta Veneta;
argine destro del Vecchio Tartaro da Torretta sino a Bastion S. Michele;
confine tra le provincie di Mantova e Rovigo da Bastion S. Michele sino a Botte Pila sottopassante il Nuovo Tartaro Canalbianco;
linea di confine tra le provincie di Mantova e Rovigo da Botte Pila fino all’argine sinistro del fiume Po in comune di Melara mentre il perimetro di contribuenza è quello definito in base alle disposizioni dell’art. 35 della legge regionale 8 maggio 2009 n° 12 recante “Nuove norme per la bonifica e la tutela del territorio”.
Il comprensorio del Consorzio di Bonifica Adige Po è storicamente suddiviso in due grandi aree, una a sud ed una a nord del Canalbianco, che derivano dai territori dei Consorzi prima della L.R. 12/2009.
Il comprensorio ricade per 116.985 Ha nel Bacino idrografico del Fissero Tartaro Canalbianco Po di Levante e per 4165 Ha nel bacino del Brenta Bacchiglione.
Attività
Il Consorzio adempie alle funzioni ed ai compiti che gli sono attribuiti dalle leggi statali e regionali ai fini della trasformazione degli ordinamenti produttivi, della tutela e dello sviluppo del comprensorio di bonifica.
In particolare provvede alle seguenti attività:
1- predisposizione del piano generale di bonifica e di tutela del territorio rurale e suo aggiornamento, in coordinamento con la programmazione regionale e con gli strumenti urbanistici;
2- partecipazione alla elaborazione dei piani territoriali ed urbanistici, nonché dei piani e programmi di difesa dell’ambiente contro gli inquinamenti e di tutela del territorio;
3- esecuzione delle opere di bonifica e di irrigazione e di ogni altra opera pubblica di interesse del comprensorio di competenza dello Stato, della Regione e di altri Enti territoriali, affidate in concessione;
4- manutenzione, esercizio e polizia idraulica delle opere pubbliche di bonifica e di irrigazione, nonché delle opere consortili;
5- esecuzione e manutenzione delle opere di bonifica obbligatorie di competenza privata, necessarie per dare scolo alle acque e per completare la funzionalità delle opere irrigue e per non recare pregiudizio allo scopo per il quale sono state eseguite o mantenute le opere di competenza dello Stato o della Regione.
6- predisposizione del piano di emergenza in situazioni di calamità naturali.
7- parere di compatibilità idraulica in ordine ai nuovi strumenti urbanistici.
Nell’ambito dei compiti istituzionali propri, il Consorzio svolge attività di difesa del suolo e di tutela del territorio prevalentemente mediante l’esercizio e la manutenzione delle opere pubbliche di bonifica: rete di canali di scolo e di irrigazione, impianti idrovori di scolo e di irrigazione, manufatti di regolazione delle acque.
L’attività delle strutture consortili (personale e mezzi) è finalizzata all’esercizio delle opere pubbliche: con finalità di scolo durante tutto l’anno, con finalità irrigue limitatamente al periodo da aprile a settembre.
In particolare, l’impegno è massimo nei periodi di emergenza, determinati da avversità atmosferiche, cioè da quelle piogge che sono di entità superiore alle caratteristiche di funzionamento dei canali e degli impianti, per di più concomitanti con la stagione irrigua, quando i canali sono pieni dell’acqua da distribuire per l’irrigazione di tutto il comprensorio.
Le stesse strutture sono impegnate per tutto l’anno nella manutenzione ordinaria delle opere pubbliche:

  • ripetuto taglio delle erbe naturalmente sorgenti negli alvei dei canali, gravemente pregiudizievoli al naturale deflusso dell’acqua;
  • espurgo periodico degli alvei dei canali dai depositi di materiali terrosi, che ne riducono la sezione di deflusso;
  • ripresa e consolidamento delle sponde dei canali franate a seguito delle rapide escursioni di livello dell’acqua;
  • mantenimento in efficienza degli impianti idrovori elettromeccanici mediante la riparazione dei guasti derivanti dall’usura del funzionamento;
  • riparazione dei manufatti vari di regolazione e distribuzione delle acque, usurati dall’impiego e dalle aggressioni dell’ambiente.
    Notevole è l’impegno dedicato alla progettazione ed esecuzione delle opere pubbliche in concessione dello Stato e della Regione, delle opere di bonifica obbligatorie di competenza privata, ma soprattutto alla manutenzione ordinaria e straordinaria delle opere pubbliche in gestione.
    È consolidata la collaborazione agli organismi competenti nel controllo degli inquinamenti nei corsi d’acqua e nelle azioni di disinquinamento. Si provvede inoltre alla esecuzione di interventi di somma urgenza richiesti soprattutto dal cedimento di manufatti e dal franamento pericoloso di sponde, in genere a seguito di eventi atmosferici eccezionali.
    Consistenza delle opere in gestione
    La gestione della rete idraulica appartenente al sistema della bonifica nell’ambito del comprensorio risulta “da sempre” affidata ai Consorzi di Bonifica.
    Con l’attribuzione ai Consorzi delle integrali funzioni amministrative sulla rete idraulica minore, attuata ai sensi dell’art. 84 della L.R. 11/2001 con DGR 3260/2002 e 2426/2004, non è stata apportata nessuna innovazione in termini di consistenza rispetto alle opere già affidate per l’esercizio, la manutenzione e la polizia idraulica ai sensi dell’art. 2 della L.R. 9/83, rimanendo in carico alle strutture regionali esclusivamente i corsi d’acqua principali (Po, Adige, Canalbianco, Gorzone) ovvero quelli classificati navigabili (Canale di Loreo, Canale Po Brondolo).
    Gli impianti idrovori di scolo, collocati in posizioni strategiche ed efficaci, assicurano lo scolo meccanico delle acque dell’intero comprensorio.
    Il servizio irriguo investe tutta la rete idraulica di scolo che pertanto è ad uso promiscuo. Inoltre, esiste una rete ad esclusivo uso irriguo, costituita da canalette in calcestruzzo armato e tubazioni interrate in fibrocemento e acciaio.
    L’elenco delle opere dell’intero comprensorio si può compendiare nei seguenti dati:
     numero canali: 553
     estesa canali di scolo: 1583 km
     estesa canali di irrigazione: 974,27 km
     impianti idrovori: 60
     potenza complessiva P = 17238 KW
     portata complessiva Q = 329,29 mc/s
     impianti irrigui di soccorso: 71
     potenza complessiva P = 3844 KW
     portata complessiva Q = 41,41 mc/s
     impianti pluvirrigui: 10
     potenza complessiva P = 2498 KW
     portata complessiva Q = 3,09 mc/s
    Nel comprensorio sono dislocati i Centri Operativi principali di Guarda Veneta e San Marco in comune di Rovigo, quelli ausiliari di Calto, Polesella, Dossi Vallieri a Loreo ed altri piccoli magazzini per il deposito di materiali ed attrezzi di lavoro.
    1.2.3 Stato di efficienza delle opere in gestione
    L’intero sistema delle opere consorziali può senz’altro considerarsi efficiente, in quanto il Consorzio assicura la massima attenzione alla manutenzione, riservando ad essa gran parte delle proprie risorse finanziarie (oltre 70% della contribuenza ordinaria), dei propri mezzi e del personale dipendente.
    Il comprensorio è solcato da una fitta rete di canali in parte pubblici ed in parte privati.
    Dall’esperienza pluriennale e dai modelli idraulici, la verifica delle sezioni di deflusso è effettuata, per la situazione di pianura, con il metodo dell’”invaso”, attribuendo per la assunzione dei relativi coefficienti una quota pari al 60% ai corsi d’acqua demaniali e al 40% a quelli di competenza privata.
    Quest’ultima condizione non sempre è rispettata, sia per le continue repentine modificazioni del territorio causate dall’intensa urbanizzazione che per la carente manutenzione della fossalazione minore attinente la rete di scolo delle acque tributaria di quella consortile.
    Trattenere l’acqua piovana il più possibile nei fossi (compresi quelli di guardia delle strade), nelle vasche di prima pioggia e in appositi bacini di accumulo è indispensabile, per cui è sempre necessario il coordinamento fra l’azione programmatica degli Enti locali e quella consortile per evitare di arginare continuamente disagi con costi insostenibili sia per i consorziati che per lo Stato e la Regione del Veneto che pure hanno contribuito in maniera rilevante al riordino idraulico ed all’adeguamento delle opere del Consorzio.
    Di rilievo è l’impegno manifestato dalla Giunta Regionale per la riorganizzazione del settore della difesa del suolo, con particolare riferimento all’azione che gli Uffici del Genio Civile e dei Consorzi di Bonifica dovranno svolgere a salvaguardia del territorio, attraverso un’attività di prevenzione che si concretizza nel parere idraulico su ogni nuovo insediamento, ciò in relazione a quanto disposto con la delibera n° 3637 in data 13.12.2002 ed alla predisposizione dei nuovi P.A.T.
    Gli interventi ritenuti indispensabili per dare completa efficienza ed efficacia alle opere di bonifica ed irrigazione saranno indicati con l’evidenza delle priorità nel P.G.B.T.T. di prossima predisposizione come previsto all’Art. 23 della legge Regionale 08/05/2010 n° 12 sulla riforma della Bonifica Veneta, nel Piano pluriennale delle attività consortili e nel piano annuale degli interventi da realizzare nel comprensorio.
    Il mantenimento in efficienza delle opere consortili non è in grado di garantire da solo la sicurezza idraulica del territorio a causa delle continue modificazioni apportate dall’aumento delle aree urbanizzate che riducono annualmente gli spazi agricoli, e con essi la capacità di assorbimento dei terreni e gli invasi delle fossalazioni, per cui è necessario programmare interventi di riordino a difesa del suolo e dell’ambiente che comprendano la ricalibratura dei canali, la costruzione di nuove linee di scolo ed il potenziamento delle idrovore.
    Nell’area a sud del Canalbianco lo scolo delle acque dell’intero comprensorio avviene esclusivamente con sollevamento meccanico e recapito finale in Canalbianco, Canale di Loreo e Canale Po Brondolo.
    Analogamente nell’area a nord del Canalbianco ai manufatti – chiavica di scarico in Canalbianco a Voltascirocco di Adria per il vecchio comprensorio Santa Giustina e Bresega (oltre 20000 Ha) e a Bussari di Arquà Polesine per il Valdentro (oltre 12000 Ha), si è reso necessario installare numerose elettropompe in quanto lo scolo a pelo libero non è garantito per buona parte dell’anno.
    Prima del 1958 lo scolo avveniva prevalentemente per gravità.
    A seguito del grave ed esteso abbassamento del suolo, avvenuto prevalentemente negli anni ’50 del secolo XX, si è resa necessaria la radicale modifica del sistema di scolo, da prevalente scolo naturale a totale sollevamento meccanico, con un nuovo e permanente onere di gestione di nuove idrovore ed una maggiore esposizione al rischio di allagamenti nelle zone poste sotto il livello del mare e con accentuati pericoli anche per le restanti zone del comprensorio.
    L’abbassamento del suolo ha aumentato, inoltre, la prevalenza delle idrovore esistenti ed ha creato un maggior onere annuo di energia elettrica, ha aumentato le infiltrazioni dagli argini dei corsi d’acqua principali Po, Adige, Canalbianco, Gorzone, Canale di Loreo, Canale Po Brondolo, che danno un apporto costante di acqua ( punte di circa 50 l/s x Km).
    Dal 2001, in tutto il territorio rivierasco del Canalbianco, a monte del sostegno di Canda, le infiltrazioni sono notevolmente aumentate in conseguenza dei nuovi livelli idrometrici necessari alla navigabilità dell’asta Fissero-Tartaro Canalbianco-Po di Levante.
    Particolare attenzione è rivolta allo smaltimento delle acque di filtrazione della zona Vallona – Grimana – Retinella in comune di Loreo, circondata da fiumi e canali esterni.
    Il Consorzio, fin dal 2002, ha fatto presente tale situazione all’Autorità di Bacino del Canalbianco, chiedendo che il problema fosse inserito nel relativo Piano di Assetto Idrogeologico (P.A.I.) per individuare le soluzioni necessarie ad eliminare o a controllare convenientemente il fenomeno.
    La subsidenza ha sommato i nuovi effetti a quelli delle insufficienze della rete di scolo determinate da vetustà e da nuove e più onerose esigenze di difesa del suolo.
    La manutenzione annuale ordinaria della rete dei canali richiede di eseguire, per un ottimale servizio, un congruo numero di sfalci per canale, di espurgare i canali che hanno ridotto sensibilmente la loro sezione e di riprendere le sponde franate, adeguando conseguentemente le disponibilità economiche di bilancio.
    Anche per gli impianti idrovori occorre continuare a migliorare l’efficienza della parte elettromeccanica e la manutenzione delle strutture murarie nonché l’adeguamento alle normative in materia di sicurezza con un progressivo aumento delle relative disponibilità di bilancio.
torna all'inizio del contenuto